Genova

Ristoranti Genova e provincia
Restaurants Genova

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RISTORANTE
Restaurant
UBICAZIONE
Location
Camoscio d'Oro Bargagli
Ristorante I Tre Merli Genova e Camogli
Zeffirino Genova
Ristorante Grit Busalla
Pintori Silvestro Genova

I nostri consigli per mangiare bene nei ristoranti in Genova e Provincie.

Genova per noi…e’ pesto e focaccia, ma il segreto della cucina ligure sta nella ricchezza di erbe aromatiche (il misto di tali erbe si chiama preboggion) che crescono soprattutto nell’entroterra e nella bonta’ del suo olio, con cui si condiscono tutti i piatti e, in particolare, la gia’ citata focaccia o fugassa: bella croccante e stillante olio, anche nella sua variante di Recco, la focaccia al formaggio.
Sia nelle focaccerie che al ristorante si trovano squisite torte salate a base di pasta sfoglia, patate, erbe e verdure, tra cui predominano le bietole, come nella celeberrima torta Pasqualina, i carciofi (con cui si fa anche un’ottima frittata), le cipolle e la zucca. A Genova sono diffusi le verdure ripiene (lattughe, zucchine, pomodori, carciofi).
Ritroviamo le erbe anche nel ripieno dei pansoti in salsa di noci, ravioli di pasta fresca a forma di panzerotto, con ricotta e un gran numero di erbe aromatiche, timo, maggiorana, borragine; poi ancora nel pesto, che si fa con pinoli, parmigiano, pecorino, aglio e foglie di basilico giovane, e che condisce le meravigliose trofie , pasta fresca corta, le trenette, gli gnocchi, anche di castagne, le lasagne (mandilli de saea) e il minestrone alla genovese, con una quantita’ di verdure e pasta scucuzzu (chicche) o brichetti (fiammiferi), due formati che reggono meglio la permanenza nel brodo; infine nella zuppa genovese, con uova e formaggio.
Un altro primo tipico sono i ravioli al forno alla genovese e i corzetti alla polceverasca, pasta all’uovo condita col saporito sugo di carne alla genovese.
Oltre alle erbe, per profumare i piatti si usano anche i fiori: rose, calendule, primule, lilla’, nasturzi, violette.
Questa cucina e’ un felice incontro di mare e terra e, nonostante la Liguria sia interamente affacciata sul mare, al ristorante troveremo piatti tipici sia di carne sia di pesce: cima alla genovese, trippa alla genovese, pollo alle olive, stecchi ripieni, tomaxelle (involtini) per la carne; buridda, una zuppa di baccala’, ciuppin, la zuppa di pesce alla genovese, acciughe ripiene, stoccafisso con patate, filetti di triglie, branzini, saraghi, pesci luna, bianchetti e limonetti per il pesce. Il piatto piu’ sontuoso e’ pero’ il cappon magro, a base di pesce e verdure.
Altro alimento presente a tavola sono i ceci, con la cui farina si fa la farinata, ottima per farcire la focaccia e la panissa, una sorta di polenta, profumata col rosmarino.
Venendo ai piatti locali, citiamo l’antipasto di Moneglia, lo scabeggio, un mix di pesce azzurro in carpione.
I dolci, molto semplici, annoverano i biscotti Lagaccio, il pandolce, il latte fritto, le frittelle e le pastefrolle con pinoli.
I vini DOC della Provincia sono il Golfo del Tigullio e il Riviera di Ponente, che comprendono anche le tipologie Vermentino e Pigato.

Informazioni turistiche città di Genova

CASTELLO D’AALBERTIS
Castello D’Albertis domina la città di Genova affacciandosi sul porto dalla collina di Montegalletto. Ideato dal Capitano Enrico Alberto D’Albertis con il gusto del collage architettonico e del revival neogotico, è stato eretto su resti di fortificazioni cinquecentesche e tardomedievali tra il 1886 e il 1892 con la supervisione di Alfredo D’Andrade.
Alla sua morte (1932) il capitano dona il castello e le sue collezioni alla città di Genova, restituendole non solo la dimora da lui stesso fantasiosamente arricchita di rimandi esotici, neogotici ed ispano-moreschi, ma anche un pezzo della storia di Genova un bastione della cinta muraria cinquecentesca contenente i resti basamentali di una torre della precedente cinta medievale, su cui poggia la costruzione del castello stesso.

PALAZZO DORIA
Iniziato nel 1563 dall’architetto Bernardino Cantone per Giovanni Battista ed Andrea Spinola, si presentava con un massiccio cubo, inizialmente senza decorazione esterna; subì notevoli trasformazioni tra Sei e Settecento, quando fu rialzato di un piano. Nel 1723 il palazzo fu acquistato dai Doria, signori e poi marchesi di Montaldeo.
Dopo i i gravi danni subiti nel bombardamento della flotta francese del 1864, la facciata ricevette l’ attuale decorazione a stucco, con coppie di lesene intervallate dagli assi di finestre.
Nell’atrio si trova una grande lanterna pensile coronata dall’aquila araldica, emblema della famiglia Doria. Da qui si giunge al cortile colonnato e quindi nel piccolo ma grazioso giardino pensile.
L’interno presenta una ricca decorazione realizzata in gran parte dalla bottega dei Semino. Gli affreschi della volta del salone a piano nobile, riflettono la volontà di celebrazione dinastica degli Spinola rappresentando “L’ambasceria di Oberto Spinola e Federico Barbarossa”, e altre vicende legate alla famiglia. In una sala Andrea e Ottavio Semino, rappresentano le consuete tematiche mitologiche, quali gli amori degli dei, predilette dalla committenza genovese “Giove e Dafne”, “Nettuno e Proserpina”, “Venere e Adone”, “Giovane ed Europa”, “Giove e Antiope”.
Di notevole interesse una sala al piano nobile, che oltre alla volta affrescata da Luca Cambiaso con la “Caduta di Fetonte” e altri episodi di audacia punita come la “Caduta di Icaro”, presenta stucchi settecenteschi di raffinato gusto rococò e preziosi arredi.
Sempre nel salone troneggia il monumentale camino cinquecentesco in marmo di gusto manierista, mentre alle pareti sono appesi cinque arazzi fiamminghi della fine del Cinquecento con “Storie di Abramo”.
In un salotto del piano nobile risulta ancora visibile, nella sua disposizione settecentesca, l’importante quadreria costituita dalla famiglia Doria.