Palermo

Ristoranti Palermo e provincia
Restaurants Palermo

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RISTORANTE
Restaurant
UBICAZIONE
Location
Casa Del Brodo Palermo
Il Baglio di Nonna Clelia Polizzi Generosa
Quattroventi Palermo
Ristorante Riccardo III Monreale
Ristorante Quattro mani Palermo

I nostri consigli per mangiare bene nei ristoranti in Palermo e Provincie.

La cucina palermitana fonde mirabilmente gli apporti culinari delle varie popolazioni che hanno dominato la Sicilia e le arancine di riso ne sono l’emblema, poiche’ gli ingredienti che formano queste crocchette dalla forma di arancia hanno diverse provenienze.
Altrettanto famosa e’ la pasta con le sarde, profumata ai semi di finocchio, di cui Palermo vanta la ricetta originale.
Molti altri sono i primi da provare al ristorante: sformato di anelletti al forno, pasta ‘ncasciata, (timballo di maccheroni), col nero di seppia, con i broccoli, con le melanzane e con i piselli.
Tra i secondi trionfa il pesce: tonno con cipollata, pesce spada gratinato, sarde a beccafico, polpi e naselli in tegame. Non manca pero’ la carne (da provare la stigghiola, interiora di capretto cotte alla brace con erbe aromatiche), anche se, come alternativa al pesce, a Palermo si consiglia di deliziarsi con le specialita’ delle rosticcerie o dei chioschi lungo la strada, tra cui si trovano anche le parti meno nobili del vitello, proposte in croccanti preparazioni, tra cui la frittula, frutti di mare e polipi.
Sapori intensi e genuini sono quelli delle panelle (frittelle di farina di ceci), delle guastelle (pagnottine ripiene di formaggio o ricotta e milza di vitello), delle moffolette, focacce al forno farcite in vari modi, dei cazzilli, crocchette di patate di forma allungata, dello sfinciuni, sfoglia lievitata condita con salsa di pomodoro e cipolla, per non parlare delle verdure fritte.
A proposito di verdure al ristorante e’ d’obbligo una porzione di caponata, glorioso mix di ortaggi, capperi, olive, zucchero e aceto.
Semplice, ma sempre tra le migliori leccornie, l’accoppiata pane e formaggio, meglio se pane palermitano, ricoperto di semi di sesamo, con una fetta di caciocavallo o pecorino oppure con la ricotta.
E la ricotta e’ l’ingrediente che costituisce il ripieno di molti dolci siciliani: la cassata e i cannoli, dolci noti in tutto il mondo, ricchi di simbolismi e colori, le sfince, le cassatedde, l’iris e la cuccia.
Le meraviglie della pasticceria contemplano anche il torrone, la pasta di mandorle, con cui si prepara la colorata frutta Martorana, la zuccata, la spongata e molti altri ancora, spesso legati a particolari ricorrenze, come il buccellato natalizio, e dalle forme piu’ svariate, comprese quelle di parti anatomiche, come le minne vergini.
Un dolce proveniente dalla dominazione araba e’ il gelato, che con sorbetti e granite rinfresca le calde estati.
Molte specialita’, soprattutto dolci, vegono realizzate con la frutta locale: fichi, che si fanno essiccare, cachi, nespole, agrumi, con cui si preparano i canditi, fichi d’India, angurie, con si prepara un fresco dessert, il gelo di mellone.
Il vino DOC del palermitano e’ il Bianco d’Alcamo.

Informazioni turistiche città di Palermo

A VUCCIRIA – PIAZZA CARACCIOLO e stradine limitrofe
La Vucciria è il mercato più noto di Palermo. Divenuto famoso anche per essere stato oggetto di una tela del pittore siciliano Renato Guttuso (nella foto). Ubicato nell’antico quartiere della Loggia, fra la via Roma, il Cassaro, la Cala, Piazza S. Domenico e via Giovanni Meli, è sorto con l’interramento del porto antico in cui si riversavano i detriti del Papireto e del Fiume del Maltempo o Cannizzaro (due degli antichi quattro corsi d’acqua della città posti rispettivamente a nord e a sud). Non è antico come Ballarò o il Capo poiché sorge fra il Decimo e il Dodicesimo Secolo. Il nome, ricordo della presenza angioina, è da attribuire alla storpiatura di “boucherie”, il termine francese con cui si indica il mercato della carne, divenuto “Bocharria”, “Bocceria”, “Bucceria” ed infine “Vucciria”. Nel XVI Secolo prendeva il nome di “Bocceria della Foglia”, ad indicare che oramai vi si trovavano soprattutto frutta e verdura. L’opera di sistemazione vera e propria avvenne nel 1783 quando il Viceré Caracciolo volle fare costruire una serie di portici per formare una funzionale loggia quadrata e pose al centro dell’attuale Piazza Caracciolo una fontana marmorea. Un restringimento della piazza fu attuato dopo il taglio del tronco di via Roma fra il 1894 e il 1898, ma comportò contemporaneamente un’estensione del mercato verso le vie che lo circondavano, congiungendolo a quello di piazza Garraffello.
Riscoperto negli ultimi anni, dopo un periodo di crisi commerciale causato soprattutto dallo spopolamento del quartiere, è oggi luogo non soltanto di acquisto di prodotti ortofrutticoli, ma anche di visita turistica per tutti coloro che amano immergersi nella tipica “confusione” provocata dai banditori dei sûq mediterranei; talmente famosa da indicare – nel “fare vucciria” – la pratica di persone che, come ci fa sapere il Traina, «… adunate insieme … rumoreggiano cicalando».

IL MERCATO DELLE PULCI – PIAZZA DOMENICO PERANNI – PAPIRETO
Accanto alla Piazza del Papireto, chiamata così dal laghetto dei papiri che spuntavano tra le zolle del confluvio dei due fiumi che solcavano la città vecchia, il Kemonya e il Papireto, il mercato si estende lungo tutto il corso che costeggia la Caserma dei Carabinieri ed offre al visitatore oggetti antichi di ogni genere in casupole e catapecchie mal guarnite; da qualche anno è possibile trovare anche oggetti di modernariato risalenti agli anni ’60 e ’70.

CATTEDRALE – CORSO VITTORIO EMANUELE
Salendo per il Cassaro (Cso Vitt. Emanuele) ,verso palazzo dei normanni, s’incontra inaspettata la Cattedrale con le sue torri gugliate, le sue bifore, i suoi archi intrecciati e ogivali. La sua maestosità è entusiasmante tra le piccole strade e i palazzi a 3 o 4 piani del Cassaro. Edificata nel 1184 conserva la sua struttura originale nonostante le alterazioni susseguitesi nei secoli di cui la principale alla fine del ‘700 con l’aggiunte delle navate laterali e della cupola barocca. All’interno tra le sculture del Gagini, le tombe di Enrico VI, Federico II e di Costanza D’Aragona, anche passi del Corano incisi in una colonna insieme all’urna d’argento che conserva le reliquie di S. Rosalia protettrice di Palermo.

CAPPELA PALATINA – PALAZZO DEI NORMANNI – PIAZZA INDIPENDENZA
Eretta nel 1130, anno dell’incoronazione di re Ruggero II, all’interno del palazzo dei Normanni, assume un ruolo di assoluto rilievo. Sicuramente il luogo più celebre di Palermo. Ricoperta da splendidi mosaici bizantini (gli stessi che si ritroveranno nella chiesa della Martorana e nel duomo di Monreale) rappresenta la sintesi culturale e politica operata dai normanni.

TEATRO MASSIMO – PIAZZA VERDI
Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo aprì le porte al pubblico la sera del 16 maggio 1897, ventidue anni dopo la solenne cerimonia pubblica di posa della prima pietra.
Secondo teatro d’Europa dopo l’Opera di Parigi, inizia la sua attività di teatro lirico con il Falstaff di Verdi. Il Teatro Massimo continuò la sua attività lirica per 77 anni sino al 1974, quando a causa delle nuove norme di sicurezza, il Teatro venne chiuso “temporaneamente”. Solo il 12 maggio 1997 il Teatro viene riaperto con enorme commozione e partecipazione dei cittadini. Ospita opere, balletti e concerti durante la stagione invernale.